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V_AIR 2020 EXHIBITION @ Villa Sottocasa - MUST Museo del Territorio, Vimercate
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Quando inizio a guardare, smetto di vedere
Progetto creato per V_AIR 2020 @ MUST Museo del territorio, Vimercate
A cura di Maria Paola Zedda
“Quando, nell’orda di materiale che la percezione si incarica di transitare dall’esperienza a noi, un particolare, e solo quello, sguscia dal magma del tutto, e sfuggendo a qualsiasi controllo arriva a ferire la superficie della nostra automatica non attenzione.”
A. Baricco
L’idea che si accompagna a questo progetto prende in oggetto una ricerca visiva su Vimercate e il suo territorio cercando di ragionare in una modalità non retorica sul paesaggio contemporaneo, sulle stratificazione che hanno portato alla visione e fruizione attuale con il contorno di substrati e interazioni che si porta dietro. Non vuole essere una ricerca prettamente estetica ma tramite questa vuole essere un racconto di quel che è, di quel che è stato ma sopratutto di quel che sarà. Con questa ricerca vorrei poter restituire un saggio visivo che non si accompagna solo dalla contemplazione dei luoghi ma ne vuole essere occhio attivo e interattivo. Non solo luoghi fisici ma emotivi, in comunicazione con gli enti ospitanti, con chi vive il luogo e ne è linfa vitale oltre che storia.Non avevo mai visitato prima Vimercate e al mio arrivo avevo lo sguardo di chi vede per la prima volta. Ho esplorato gli spazi pubblici della città concentrandomi sui dettagli. Quegli elementi che nel quotidiano diventano invisibili e labili ma che concorrono a costruire un immaginario contemporaneo della città, una visione totalmente nuova del ricordo e della sua stratificazione: cartoline da un presente di cui non si ha memoria.
Sono tracce che domani potrebbero non esserci più o mutare, sparire, evolvere ma oggi ci sono e sono entrate a far parte di chi le ha viste, ma non necessariamente guardate. Con questa ricerca vorrei poter restituire un saggio visivo che non si accompagna solo dalla contemplazione dei luoghi ma ne vuole essere occhio attivo e interattivo. Non solo luoghi fisici ma emotivi, in comunicazione con chi vive il luogo e ne è linfa vitale oltre che storia. La mia riflessione si concentra sulle differenze che si creano nello sguardo di chi vive il territorio e ne ha assorbito per assuefazione ogni particolare e la visione di chi lo affronta per la prima volta percependo tutto come una novità. L’incertezza è una condizione attiva nella nostra contemporaneità e fluttua nell’immagine del nostro presente, costruendo una memoria inconscia in chi, senza curarsene, lo attraversa. Dopo un breve periodo di presenza sul territorio, lo sguardo inizia a essere selettivo e a filtrare gli elementi che vede. Inizia un processo di assuefazione, una stratificazione di contenuti visivi che si sedimentano, creando man mano nuove percezioni del luogo e del tessuto urbano. Si riconosce così al paesaggio una mutazione attiva non solo tramite l’immagine che va a delinearsi attraverso le presenze architettoniche e paesaggistiche ma anche percettiva, tramite l'elaborazione personale e il sentimento di chi queste le vive, le crea e le fa mutare.
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"Un’indagine fotografica e artistica sul dettaglio e sulle sue forme nel paesaggio urbano, sul carattere effimero e quasi invisibile che questo assume sottraendosi allo sguardo, rimanendo traccia silenziosa e opaca del passaggio umano."
Maria Paola Zedda
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