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Morivo d'abbandono

Per il progetto "Terra da abitare, bellezza da custodire" promosso dalla Conferenza Episcopale Sarda
A cura di Salvatore Ligios


Una zona particolarmente colpita dallo spopolamento. Come Burgos, per citarne uno fra tanti, piccolo comune nella regione storica del Goceano, eretto ai piedi di un castello medievale. Le vaste campagne che confinano con il Marghine, verso Bolotana e la valle del Tirso, tutti luoghi testimoni silenziosi del mancato sviluppo industriale promesso, e fallito, del Piano di Rinascita (legge 11 giugno 1962, n. 588).

Il tentativo di industrializzazione della piana di Bolottana, come metodo di contrasto al crescente fenomeno del bandistismo non riesce a raggiungere il suo scopo lasciando un territorio segnato da sogni infranti e martoriato dalla disgregazione sociale.

Rimangono paesaggi silenziosi, estremamente suggestivi, sembrano quasi sospesi fuori dal tempo, complice anche l’estesa area boschiva. La mutazione antropologica si nota soprattutto nel villaggio di Foresta Burgos dove la vegetazione si sta impadronendo delle case abbandonate. Per quanto sia sempre triste vedere un tale stato di abbandono, il sentimento è sempre quello di una curiosità adrenalinica che dà spazio ad un immaginario totalmente personale. È un attimo immedesimarsi in tutti i piccoli dettagli che si trovano sparsi e unirli per immaginare quello che sono stati, la vita che hanno avuto, le persone che un tempo hanno vissuto là e hanno fatto parte di un mondo che non c’è più. Le storie si leggono in tantissimi frammenti.
Mi si domanda se c’è una prospettiva, una proiezione, per un giovane della mia generazione, di poter utilizzare quello che gli offre l’ambiente visitato per alimentare i propri sogni, le fantasie, qualche aspettativa di vita?

Il pensiero torna a quella promessa di modernizzazione che ha illuminato e scheggiato le ipotesi di futuro di una popolazione ribaltata nei suoi equilibri secolari. Un mondo che con la natura aveva stretto patti e instaurato cicli virtuosi. E allora, forse, non è proprio quel ritmo costruito nella notte dei tempi che alimenterà nuovi sogni e aspettative?
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